Expo 2015 : Uno sguardo dietro le apparenze.

Per l’Expo 2015 di Milano le Nazioni Unite hanno deciso di scegliere un tema che sta a cuore all’intero pianeta Terra : l’alimentazione. “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. Questo è il motto sul quale è stato costruito l’Expo, ma alla base di questo evento abbiamo molto altro. Ingrediente numero uno : ipocrisia. Perché come possiamo vedere negli svariati servizi riguardo la Fiera di Milano, all’Expo viene buttato più cibo di quanto non se ne consumi. Ogni sera grossi camion vanno a ritirare quintali di cibo in sacchette per i rifiuti. Così nutriamo il pianeta, buttando cibo per il quale un bambino Nigeriano o Palestinese ucciderebbe. Allora sorge spontanea la domanda, quale parte del pianeta stiamo nutrendo? Non è forse sempre la stessa, quella di McDonald e Coca Cola, sponsor ufficiali dell’Expo, e di altre multinazionali che si arricchiscono e ingrassano alle spalle di poveri e malfamati? Non stiamo forse nutrendo chi uccide questo pianeta? Continua l’ostentazione del lusso, con pranzi da centinaia di euro, con personaggi illustri che si muovono accompagnati da escort e scorte. Ingrediente numero due : cemento. “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. Suona bene, però perché per realizzare Expo sono stati utilizzati 110 ettari di terreni agricoli? Alcuni di questi sono stati espropriati da contadini, che su quei terreni lavoravano. Questo vi sembra il modo di nutrire il pianeta? Sapete quanto è grande l’Expo? Si tratta di 1,7 milioni di metri quadrati di cemento. Ingrediente numero tre : corruzione. Perché senza prenderci in giro, noi Italiani siamo i maestri delle mazzette, degli affari con la mafia, della corruzione in generale. Decine di arresti, sia a “destra” che a “sinistra”, tangenti da 40 mila euro, affari con la ‘ndrangheta . A tutti in Italia piace “mangiare” e così invece di nutrire il pianeta, nutriamo quei politicanti da quattro soldi che da venti anni ci mettono le mani in tasca senza ritegno. Ingrediente numero quattro : apparenza. Ovviamente deve apparire tutto fantastico, luminescente, giusto ed equo. Allora è nella norma che nazioni come la Thailandia, l’Angola ed il Vietnam posseggano strutture a tre piani, dotate di tecnologie e display da migliaia di euro mentre la loro gente, in patria, muore di fame. Ma all’Expo 2015 conta solo ciò che si vede e non ciò che c’è dietro, quindi siate felici e sorridenti. Spendete i vostri soldi, ballate e mangiate, senza pensare alla corruzione, alla mafia, ai contadini impoveriti, ai bambini che muoiono di fame, alle multinazionali a cui state regalando potere e ricchezze, poiché vi comunico una novità : non importa a nessuno! Stiamo ostentando il lusso, guardateci, siamo così belli con i nostri vestiti di merda placcati in oro. Non c’è nessun cancro che ci divora dall’interno e se anche ci fosse, voi non guardatelo! L’Expo idealmente è un concetto fantastico : un piccolo mondo in cui abbattere tutte le barriere di provenienza, nazione, razza, colore della pelle, esaltando allo stesso tempo la propria cultura. L’Expo, idealmente, è un sogno meraviglioso di pace, che sfocia però in qualcosa di riprovevole. Sicuramente visitare la Fiera farà riflettere, poiché in quanto luogo di contraddizioni non può fare a meno di essere luogo di riflessioni. Arriveremo lì e saremo accecati da lucine e colori, da tecnologia e cemento. E forse ci accorgeremo che stiamo dimenticando di poter vivere anche solo di aria, di acqua, di sole, di terra. Non siamo macchine, siamo uomini, e non troveremo mai la felicità all’interno di nessun calcolo, di nessun computer, di nessun padiglione di cemento. Potremo trovare la felicità solo all’interno della nostra umanità, a patto che non perdiamo l’umanità stessa prima di riuscire a scovare la felicità. Per questo il consiglio che posso darvi, quando andrete a visitare l’Expo 2015 è di non farvi ingannare, di non farvi distrarre. Proveranno a farci credere che è ciò che luccica, ciò che è colorato, ciò che si illumina, ad essere importante. Proveranno a convincerci che va tutto bene, che nulla di ciò che c’è dietro le quinte importa. Noi non dobbiamo credergli. Noi dobbiamo ricordarci che siamo fatti di carne ed ossa e non di codici, ferro e cemento.  La differenza tra un uomo ed una macchina è che una macchina si limita ad eseguire mentre l’uomo riflette sull’ordine che gli è stato dato. Noi dobbiamo riflettere. Anche se ci diranno di non guardare, noi guarderemo. Cercheremo di capire dove stiamo sbagliando, solo così potremo comprendere chi stiamo nutrendo e chi dovremmo nutrire. Dobbiamo ricordare a tutti quanto schifo c’è sotto quella vernice dorata. Vi diranno di non guardare ed invece voi guarderete e se non vi piacerà neanche un po’ ciò che state guardando allora complimenti, perché siete ancora umani.

Salvatore Vivenzio

Questo articolo è stato rimodellato su di un saggio breve riguardo l’Expo 2015. Potrete trovare la versione integrale (saggio breve) a questo indirizzo : https://cronachediunuomomorto.wordpress.com/2015/06/19/saggio-su-expo-2015-articolo-versione-integrale/ .